I grilli non resistono al vento.
Così la notte cambia voce.
Foto: Tivoli (copyright Anna Giuffrida)
I grilli non resistono al vento.
Così la notte cambia voce.
Foto: Tivoli (copyright Anna Giuffrida)
Il viaggio mette in movimento la nostra parte liquida, quella fluida.
Finisci col nuotare nei suoi angoli.
Il contachilometri fermo, senza meta.
Niente vertigini e nausea.
Ho bisogno del rumore dell’acqua. Per sentire il mio respiro, per vedere la mia ombra. Per ricordare di esserci.
Quel suono è il mio suono. Quella fluidità è la mia flessibilità. Quel tramutarsi è come la mia pelle. Attraversata dell’ossigeno, toccata da esseri viventi. Calda, poi fredda. Poi ancora calda.
Foto: Grotte di Pertosa – (copyright Anna Giuffrida)
Vento, freddo.
Le bandiere accartocciate dal vento, impigliate ai ferri delle finestre.
Alle finestre non c’è quasi più nessuno. Ma le strade restano, a tratti, immerse nel silenzio.
Recuperata la tridimensionalità dell’incontro, il tempo resta ancora dilatato, smagliato dalla quarantena.
E la città continua a riossigenarsi.
C’è un angolo,
da qualche parte,
dove finiscono tutti i sogni
e le cose irrealizzate.
Non importa
dove si trova.
Ma c’è. Lo so.
Sta lì.
Ed è un conforto.
Foto: https://www.instagram.com/p/BqU6bgJhPJM/?igshid=17xruirtc43gi
Ti leggo ovunque. Nelle parole che non dico, e in quelle che non ho più voluto lasciare al silenzio. Nelle coincidenze, che prima erano momenti trascurabili e ora sono appuntamenti imprevisti con te. Mi vieni a trovare, prendendo la forma delle tue passioni, di ciò che ti faceva sorridere.
Alla fine
di certi dolori
c’è la tenerezza.
Che ti salva.
E perdoni la vita.
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C’è sempre qualcuno pronto a insegnarti un nuovo senso di colpa.
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Dire ‘Grazie’ è da persone felici. Di chi sa di avere qualcuno a cui essere spontaneamente grato, qualcuno che sia capace di donarti quella felicità. Dire ‘Grazie’ è il regalo migliore che possiamo dare a noi stessi.
Foto: https://www.instagram.com/p/BcA2egLF5nR/?utm_source=ig_share_sheet&igshid=1ky1d9zyj0utt
C’è chi sciupa il silenzio con parole inutili. Parole prese all’ingrosso nella fabbrica della retorica.